stregherie e altre storie ...

 


Quando arrivo in un luogo e mi ci fermo per un poco solitamente inizio a spulciare in internet, nei giornali locali, nelle locandine appese in giro per vedere se in zona accade qualcosa che potrebbe interessarmi. A novembre scorso scopro proprio così la mostra Stregherie, guardo il sito e appena possibile andiamo. Del resto da comasca (seppur, da anni luce, oriunda) la Villa Reale di Monza (ma forse anche Monza stessa) non le ho mai visitate.


 

E’ pomeriggio di una domenica di dicembre e arrivando nel giardino della Villa Reale incontriamo altre due coppie che poi rivediamo all’interno della mostra - allestita nel Belvedere, un bellissimo sottotetto con soffitto a vista in un’ala della Villa Reale. Le visitatrici più giovani sono vestite in lungo e di nero (gonnelloni, stivaletti, cappotti lunghi strettamente neri), occhi truccati di kajal nero, capelli neri lisci e lunghi. Le noto, tutto qui.

Una si fa fotografare all’entrata dal compagno davanti al poster della mostra Stregherie e fa un sacco di selfie.

Entriamo. Il biglietto costa euro 15,00 a persona (lo sapevamo prima di arrivare), a questo proposito devo dire che l’allestimento, il marketing, il personale sono buoni e curati nei minimi dettagli e pure il punto vendita. Mi accorgo subito che però c’è qualcosa che a me personalmente infastidisce. Stona.




 

Subito all’entrata si trova un allestimento di dipinti di Gloria Pizzilli dal titolo L’Osceno ed il Sublime, che sinceramente trovo molto violenti e scurrili. Ma questo è descritto così anche nel dépliant: esposte in ‘un settore riservato per non urtare la sensibilità dei visitatori meno preparati…, ed è pure scritto nella tavola antistante all’entrata. Anche qui si interpretano solo orridi episodi di stregoneria, rapporti col diavolo e raccapriccianti infanticidi

Uno dei testi che ispira l’artista:

Per prima cosa venga affidata alle cure di donne pie, oneste e di buona reputazione. Da queste, prima di essere condotta al carcere, sia spogliata degli abiti e le vengano tagliati i capelli. Ogni pelo del corpo venga rasato via. Che ogni scampolo di pelle, anche il più impuro, sia esposto alla luce del sole; perché il diavolo non possa nascondervi nessun incantamento, nessuna stregoneria a protezione dell’accusata. Nei vestiti potrebbero nascondersi membra di bambino non battezzato o amuleti superstiziosi, così come sul corpo, potrebbero celarsi segni inequivocabili del marchio di Satana. Tre volte a digiuno le venga somministrata una tazza d’Acqua Santa con una goccia di cera benedetta per eliminare la stregoneria del silenzio. E per l’interrogatorio, davanti ai ministri di Dio, sia condotta nuda e sempre di spalle.

 

Bello e raro il materiale esposto che va dalla collezione privata di Guglielmo Invernizzi di stampe antiche (dal 1.400 al 1.880) che riportano solo scene di malefici, sabba osceni…, il Noce di Benevento, danze con satana … Effettivamente si accenna solo in una frase nella mostra al fatto che le streghe sono altro, ma quello che si evince dal materiale esposto é solo la conferma dell’immaginario popolare e di ciò che la chiesa cattolica ha voluto far credere, strage a parte, per secoli. 


 


 



 

Strumenti magici (più che altro scaramantici, direi) dal Museum of Whitchcraft and magic di Boscastel in Cornovaglia. Esposta pure una mascherina fatta di piume di gufo, plastica e paillettes del XX secolo. Ereditata dal Museo anglosassone da una certa Julia Pearce, che ha fatto in vita una esperienza da ‘strega’ moderna.  Ecco spiegata plastica e paillettes.



 

 


 

Non si può non citare una copia originale del Malleus Maleficarum del 1574 (sempre parte della collezione Invernizzi). Detto pure il martello della strega è un vero e proprio manuale di torture e distruzione delle Donne, guida al riconoscimento e alla spietata repressione della stregoneria pubblicato proprio dall'inquisizione cattolica.

(…) L'Inquisizione cattolica aveva pubblicato il libro che era probabilmente l'opera più sporca di sangue della storia umana: il "Malleus Maleficarum" - il martello dello streghe - aveva indottrinato il mondo sul "pericolo delle donne che pensano liberamente" e insegnato al clero come individuarle, torturarle, e distruggerle, La categoria delle cosiddette "streghe" - definite così dalle Chiesa - comprendeva tutte le donne istruite, le sacerdotesse, le zingare, le amanti della natura, le erboriste e molte donne "legate in modo sospetto al mondo naturale".

Anche le levatrici erano uccise per la loro pratica eretica di servirsi di conoscenze mediche per alleviare i dolori del parto, una sofferenza, proclamava la Chiesa, che era giusta punizione di Dio perché Eva aveva voluto assaggiare il Frutto della Conoscenza, con il conseguente peccato originale. In trecento anni di caccia alle streghe, la Chiesa aveva bruciato sul rogo centinaia di migliaia di donne. (…)” da Il codice da Vinci, Dan Brown

 

E poi ancora la sala completamente al buio dove il pubblico viene integrato in un processo per stregoneria avvenuto nel 1539 le voci parlano in latino e volgare. L’esperienza è di per sé è già abbastanza violenta ed impressionante … non contente/i alla fine si può prendere una cartina all’uscita dove viene descritta una strega condannata ed uccisa con tanto di nome e che con un ‘quasi incantesimo’ sulla cartina stessa c’è scritto che essa vivrà fino a sera in te….

o ancora alla fine del percorso la sala dove si viene accolti da un cartello che ti battezza a strega e ti invita a scrivere nel libro (straripante!!!) le proprie esperienze, i propri rituali o il proprio scongiuro.

Pare quasi un’istigazione. 


 

E poi per finire si arriva al punto vendita ripieno di amuleti, bacchette magiche e cofanetti della strega. E poi libri su libri.

Solo in un punto della mostra viene citato, come scrivevo, che esisteva anche la magia bianca, che nei millenni le donne salvavano vite, avevano profondi saperi, erano in grande armonia con la Natura, … ma ciò non viene mostrato (se non l’immagine di un rituale per far venir un temporale… che forse oggi sarebbe una bellezza vista la siccità, ma allora anche quello era sicuramente visto come un attacco da parte delle Donne al raccolto dei campi, un maleficio).

Nelle interviste che trovo online il curatore discorre pure di temi, esempi,… che a me vengono a mancare visitando la mostra. Purtroppo, nell’esibizione questo non è assolutamente presente.

Insomma, visto il pubblico - molte ragazze giovani vestite e truccate da “streghe” (è diventata una moda, me ne sono resa proprio conto); vista la scelta della presentazione di ‘strega’ e ‘stregheria’ ossia il comune immaginario che ci hanno inculcato chiesa e patriarcato per millenni… forse è solo un buon colpo marketing, al momento giusto. Di sicuro io non sento chiarimento in ciò che ho visto, bensì conferma di ciò che ha divulgato la chiesa commettendo, tra l’altro, una delle più grandi stragi nella storia. Luoghi comuni.

Consiglio, per chi voglia approfondire, la lettura di Streghe e Pagane di Max Dashu (che presentammo a Pescara nel marzo del 2019 https://www.facebook.com/events/2200868770230718 ).



Testo e immagini Daniela Di Bartolo, 04.12.2022-23.01.2023

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