Reminiscenze etnobotaniche. Il cardo dei lanaioli
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Dipsacus fullonum (cardo dei lanaioli) in fiore (luglio) con Zygaena filipendulae |
Nome scientifico: Dipsacus fullonum
Famiglia: Dipsacaceae
Genere: Dipsacus L.
Nome comune: cardo dei lanaioli
Tra le cose ed i saperi che ho ereditato dalla mia mamma e dalla mia nonna paterna ci sono i cuscini di lana di pecora. Ogni tanto allargo la lana e la stendo al sole. L’estate scorsa l’ho rifatto.
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lavoro estivo - allargar la lana |
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batuffoli di lana |
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nonna (centro) e le sue amiche stessa casa stesse preparazioni |
Estate in Cilento. Stessa stagione, stessi lavori. Allarga, allarga e stendi al sole |
La mia mamma era sarta. La mia nonna partena materassaia ed era molto conosciuta in Vallata e oltre...
Ho saputo da anziane dei paesi limitrofi e donne del paese in Abruzzo -dove lei si é trasferita dopo aver sposato mio nonno, si usava così - che oltre a conoscere le erbe, si trasferiva nelle case delle giovani spose per tutto il tempo necessario per fare tutti i materassi che occorrevano.
Caspiterina io per sistemare un singolo cuscino impiego due ore!
Un’altra signora pure anziana mi ha raccontato che gli aculei dell’istrice venivano utilizzati come aghi per i materassi, ma questa è un’altra storia.
E partendo dalla lana mi è venuta in mente una pianta... ovviamente, il Dipsacus fullonum - che mostra la sua meravigliosa e delicata infiorescenza a luglio - detto cardo dei lanaioli perché i suoi fusti e garzi aculeati venivano utilizzati proprio per cardare la lana sin dai tempi antichi. Si otteneva così una lavorazione delicata e la fibra restava integra. Oggi non si carda più la lana (se non pregiatissime lane), ma si garza, tramite una specifica lavorazione si crea una peluria nei tessuti, che nasconde la trama e l’ordito.
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garzo di cardo dei lanaioli |
Del cardo dei lanaioli vengono utilizzate pure foglie (giovani) e radici che hanno proprietà diuretiche, depurative e digestive. Hildegard von Bingen definiva questa pianta calda e secca con un effetto disintossicante. Ne consigliava l’utilizzo polverizzato in aggiunta a cibi e bevande per eliminare le tossine accumulate.
rosetta basale |
La pianta é biennale e cresce spontanea in tutta Italia.
Un'altra tra le specialità della pianta - che amo raccontare nei miei incontri etnobotanici sull’utilizzo delle piante selvatiche- é la raccolta della rugiada nella pianta -al secondo anno-, nell’incavo ascellare delle foglie in prossimità dello stelo. In periodi di siccità io la chiamo fontanella difatto diventa un micro-abbeveratoio per piccoli volatili ed insetti.
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fontanella |
Ma non solo … questa concavità viene definita pure bacino di Venere. L’acqua magica qui raccolta veniva utilizzata per calmare occhi affaticati, infiammati - ma per via del ristagno di insetti deceduti attirati dall’acqua, se ne sconsiglia l‘uso.
Quest’acqua era pure utilizzata come tonico della pelle e questi lavaggi costituiscono un uso cosmetico-rituale. Pure utilizzato per eliminare le macchie della pelle.
Per tutte queste ragioni pure conosciuta come Osteria e/o Fontana degli uccelli, Lavatoio di Venere…
Oggi viene raramente ancora utilizzata per composizioni floreali secche, insieme alla Lunaria, al Lino delle Fate …
Una pianta che coccola e dona forza come pure la capacità di vedere il bello.
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particolare del garzo. Bassa Franconia, gennaio |
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infiorescenza estiva, Montagna Madre, Abruzzo |
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la bellezza in ogni dove |
candelabro di cardo dei lanaioli. Bassa Franconia |
Foto e testo Daniela Di Bartolo agosto 2021, rivisitato 24.01.2023
Libri consultati: Le Erbe medicinali, Ed. De Vecchi - Etnobotanica, edipuglia - Il Libro delle Erbe, Natura amica, Ed. Rizzoli
prima in un campo vicino casa mia ce n'erano tanti....insieme ad altre erbe..poi ci hanno messo i cavalli troppo stanziali e adesso è un mattonato di argilla .(
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